Archive for October, 2023

Passaggio rapido

Tuesday, October 24th, 2023

da quanto che manco! ormai non so più chi sono, chi scriveva, chi sta scrivendo, chi scriverà in futuro quando sarò passato – e se muoio, come si fa a entrare qui, e chi ci entrerà, e cosa capirà di questo spazio senza niente senza senso senza una pagina che spiega chi sono cosa voglio e per chi tifo?
scrivo la tesi con la finestra che dà sull’orto e sui campi e sull’uggia di questa stagione che forse è più calda del solito forse incerta non piove quasi mai ma il suo nome resta lo stesso: au-tun-no.
mancano le poesie da parecchio – le licenze scadute da un pezzo, la poetica da rinnovare patetica è rimasta a snocciolare boiate con gli alcolizzati che gli stanno intorno e quando si distrae gli bevono pure il suo vino.
il braccio meccanico che regge il mic è appassito, avvizzito, non registro da un pezzo, temo di dimenticarmi come si fa, cose che imparai a fatica, con la lungaggine degli anni di chi non è veramente appassionato alle cose, ma solo debuttante, così con un piglio amatoriale – i tossici si nutrono di questa pasta essenziale, il non mettercisi del tutto, ma solo quanto basta, prima dell’ennesima bomba in vena.

non so che dire, un tempo scrivevo mentre sentivo lezioni via web, ora non ci sono più, sono cresciuto ma non abbastanza per andare a lavorare, sto qui nell’età ideale in cui ti svegli alle nove del mattino con la bocca impastata e puoi non lavarti i denti ad oltranza per vedere cosa succede, poi, in fondo. seguo dei sedicenni che non conosco mi stanno sul catso ma non posso dirglielo, e piuttosto ogni tanto sovente esclamo loro guardandoli: che bello il mondo ragazzi, che bel-lo! fatevi un cannone ogni tanto, ma solo ogni tanto, così starete meglio

[se c’è una cosa che non sopporto, quella è l’entusiasmo]

CB: La «Macchina»: non si sfugge dal congegno della Macchina, non soltanto in catena di montaggio. Non si è mai fuori dalla Macchina nemmeno in solitudine, in amore, a tempo «libero», in vacanza, ecc… e nell’entusiasmo, il più letale fra gli elementi pseudomacchinici, l’entusiasmo. l’idea che un momento o un altro qualcosa ti riprenderà il cuore e ti sveglierai e ti convertirai, come: una conversione, o le storie degli adulti che incontri coi ragazzi e ti raccontano che stavano andando per la loro strada e poi si sono redenti, caduti dalla moto incontrando robert poulet sulla via di gazacity hanno sgranato gli occhi e visto per la prima volta la luna e il sole insieme in un groviglio groviera di miele. l’entusiasmo, dannazione! forse ho scritto righe uguali anni fa.

cosa serve questo blocco appunti digitale perpetuo? fra un po’ di tempo, se non salta l’internet, per riguardarmi nelle mie manie mentali, nei meandri irrisolti e incompiuti, nello ‘sfogo’ più bieco, come quando stacchi la testa e ti proponi di scrivere quello che viene e niente di più. non c’è un senso, dietro, una logica forte, una dinamica di relazione o d’irrelazione, d’esclusione, di appartamento: non ci sono strizzate di occhi, solo tristezza non detta.

anche quando esco, quando salvo e pubblico e me ne vado, certo resto qui, in questa nebbia padana frustrata irrisolta non detta, l’inverno ci aspetta e saremo più dentro o più fuori? se trovo il coraggio rileggo qualcosa di questo. ho fatto molti kilometri da gennaio ad oggi, avanti e indietro per la penisola trovando o perdendo cose amici senso e similitudini. ci rivediamo prestassaj