Seconda scrittura
Qualche tempo fa mi ero messo in testa di scrivere un racconto lungo, se non proprio un romanzo – certo, non proprio un romanzo, insomma non ne avevo mai scritto uno e partire subito così, col botto, mi sembrava un fatto un po’ avventato, comunque sia mi son detto scrivo un racconto lungo per i miei compagni dell’università, e così alcuni mesi dopo ho fatto. La gestazione è durata abbastanza, poi lo scorso settembre mi sono imposto di mettermi a testa bassa per darci dentro per chiuderlo, perchè mi rendono inquieto le porte che rimangono socchiuse, le cose da fare che rimangono lì, in sospeso. E così ho fatto: l’ho scritto. L’ho scritto.
Prima di tutto, o meglio oltre a tutto, nonostante tutto, questo sito è uno spazio di riflessione sulla scrittura, uno sguardo di parole su quella cosa che è la scrittura. Come avviene, come s’inceppa. Cosa funziona, cosa è più facile e cosa è più complesso, cosa riesce e cosa no. Lo scorso settembre è stato un flusso, e a metà ottobre ero giunto alla fine della prima mano. Ero contento e sfinito. Avevo detto buona parte delle cose che volevo, strizzando duecento volte l’occhiolino a ciascuno dei miei – tre – amici. Sì, è vero, non si fa. Ma l’ho fatto, e del resto voleva fin dal principio questo testo esser una sorta di album fotografico di momenti divertenti avvenuti pressappoco realmente che ritrovassero posto in un racconto nuovo, diverso, una storia differente avvenuta nientemeno che nel futuro. Eh sì, perchè è un racconto ambientato nel 2071. Per arrivarci ho fatto il giro più breve, ma comunque mi sono sentito in dovere di scrivere la storia da oggi ad allora, gli eventi più significativi a livello geopolitico che sono avvenuti nel corso degli anni (siamo geografi, del resto) ecc ecc.
L’ho fatto, l’ho scritto. Non dico niente, forse un giorno lo pubblicherò a puntate qui, perchè no. Forse per salvare la sanità di chi non legge, o per non monopolizzare il tutto. Fatto sta che poi l’ho stampato in modo grezzo, ed ora mi tocca rimetterci le mani – la seconda mano – per poi serenamente dirmi contento e concluso, soddisfatto o meno poco importa. Oggi è il dodici febbraio, ho circa un mese di tempo per farlo. Non mi va molto, so che sarà faticoso. Mi chiedo: indugio su ogni frase, o per la maggiore me ne disinteresso? Bastone o carota? Da un lato c’è da sistemare del tutto la lingua, il fatto linguistico primario; dall’altro da aggiustare diverse questioni tematiche,
[il giorno dopo, le cinque e mezza. Inizio ora a lavorare, diciamo così. Eccoci. Insomma. Giornata di oggi: revisione auto, cambio gomme, pieno. Cinque piotte. Vai così. Al centrorevisione, comunque, alcune considerazioni utili – detti pensieri – sull’importanza della seconda scrittura. Mi sembra di dover rifare tutto, o quasi. Aggiungere tutto, o quasi. Curioso. La possibilità di scrivere la seconda puntata è quella di scrivere di nuovo la prima, aggiungendo tutto – o quasi – quello che manca, cosicchè si possa evitare del tutto o quasi una seconda puntata.
Devono succedere altre cose. Devo capire da che parte iniziare. Aggiorno presto.
La copertina è questa. L’ho disegnata a mano un giorno che non sapevo cosa fare, e non è che è molto bella, però riempie tutta la pagina e rende abbastanza bene le volontà caleidoscopiche del testo.